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TORINO (30 marzo) - Ha speso i risparmi di una vita per fumare cocaina. 100.000 euro bruciati in quattro mesi, altri 40.000 presi a prestito dal padre con mille scuse. In tutto, in tre anni, ha dato a tre spacciatori nigeriani complessivamente circa 150.000 euro. E' la storia di un impiegato della cintura di Torino che a trentotto anni ha iniziato a fumare cocaina dopo aver incontrato una donna tossicodipendente. Poi la decisione: smettere e denunciare ai carabinieri di Chivasso i suoi spacciatori. Tre settimane di disintossicazione chiuso in casa, «a sbattere la testa contro il muro e farmi male da solo» mentre gli spacciatori lo minacciano perché i vecchi "amici" continuano a comprare coca a credito a nome suo.
«In quattro mesi mi sono fumato in cocaina i 100.000 euro risparmiati in vent'anni di lavoro, e altri 40.000 presi a prestito da mio padre con mille scuse. Ma non solo quei soldi - racconta - Ho lasciato il lavoro e tutte le mie passioni: correvo in bici, leggevo, amavo il cinema, soprattutto la Nouvelle Vague, ma la coca ha preso il posto di tutto. Fumare coca era diventata la mia unica attività. Tutto da quando mi sono messo con una ragazza che sniffava».
«Ho iniziato - ha detto - perché volevo capire cosa provava lei, per non giudicarla. La prima volta che ho fumato, sono stato tre giorni senza far altro. Compravo quantità enormi di droga, per me, lei e i suoi amici, che quando hanno capito che economicamente stavo bene e offrivo io, sono diventati anche amici miei».
«Avevo smesso di lavorare - ha raccontato - ci drogavamo tutto il giorno. Lei sniffava, io fumavo tanto che faticavo a respirare. Io sono un estremista. Da zero al massimo. Anche quando ho smesso, ho smesso di colpo, senza aiuti. Avevo pensato di rivolgermi a un Sert, ma per pudore ho deciso di farlo da solo».
La decisione di smettere. E ha deciso di smettere perché «non mi piaceva com'ero diventato. Mi guardavo allo specchio e dicevo, non sono io. Così mi sono presentato dai carabinieri di Chivasso e ho denunciato i miei spacciatori».
L'aiuto l'ha trovato in uno dei carabineiri ai quali aveva denunciato gli spacciatori. Il militare gli ha dedicato «molto tempo, senza giudicarmi e soprattutto obbligandomi a essere sincero. La cocaina, oltre a toglierti l'identità, ti abitua a dire sempre bugie».
Un nuovo futuro. Il 38enne ha deciso che tronerà a lavorare, «a correre in bicicletta, a essere un uomo normale. Anche se sono cambiato per sempre, ho conosciuto la debolezza, le bugie. Lei l'avevo trovata a letto con un altro, un suo amico, di quelli che si facevano offrire la coca da me. Da allora non l'ho mai più sentita, ma sono certo che continua a farsi».
(fonte ilmessaggero.it)
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