Le canzoni avevano a malapena emesso nota all’Ariston che sul web si era già scatenata la caccia alle somiglianze, dalle più clamorose alle più sottili. Somiglianze sì. Di questi tempi bisogna stare attenti a tacciare qualcuno di plagio perché è un reato talmente commesso che viene ampiamente tollerato. “Se tutto vale, niente vale”, per citare “Il paese è reale”. La scusa matematica che le note sono sette e gira e rigira il risultato ricorda sempre qualcos’altro, proprio non regge, soprattutto perché le canzoni incriminate sono nel dna degli italiani ed è improbabile che non le si conosca o non le si riconosca.Senza nulla togliere alla voce di Fausto Leali, il suo brano Una piccola parte di te ricorda in maniera davvero esagerata Notturno di Mia Martini. Marco Masini nella strofa d’attacco di L’Italia si ispira a Che fantastica storia è la vita di Antonello Venditti (se ne è accorto pure il cantautore romano ma non lo disturba più di tanto). Nicky Nicolai e Stefano di Battista (brava lei, bravissimo lui) hanno portato al Festival la piacevole Più sole, peccato che la strofa sia stata cantata dall’invisibile eppure onnipresente Mina in Vorrei che fosse amore, Canzonissima 1968.
Qualcuno malizia che Biancaneve, della coppia Alexia-Lavezzi, avanzi sulla base di Seven Seconds di Youssou N’Dour & Neneh Cherry. Nel caso fosse vero, l’artista senegalese non potrebbe risentirsi: il ritornello di L’opportunità è esattamente quello di Che sarà dei Ricchi & Poveri, che proprio a Sanremo nel ’71 si piazzarono al secondo posto. Ma lui non poteva saperlo e si è fidato di Pupo e Paolo Belli, che gli hanno riservato questa bella accoglienza come promesso nel testo.
Francesco Renga è riuscito ad incollare un po’ di Puccini, un po’ di Bocelli, un po’ della sua Angelo, un miracolo alchemico che non cita niente di preciso ma evoca tutti e tre. E dire che tempo per creare qualcosa di più originale ne aveva, visto che non pubblicherà nemmeno un album.
Sal Da Vinci fa partire Non riesco a farti innamorare con l’intro di Stay di Elisa, poi insinua Una storia importante di Eros Ramazzotti e la camuffamento campano. Infine Povia con Luca era gay, ovvero le strofe rap di Simone Cristicchi in Ti regalerò una rosa: stessa intenzione di quando leggeva la lettera dal manicomio del matto Antonio e il finale con tanto di sedia sul palco e apertura di braccia per volare via.
(fonte ilmessaggero.it)





0 Response to "Sanremo, alla ricerca del plagio"
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.